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LA FESTA DEL RACCOLTO. PER UN NUOVO MODO DI CELEBRARE LA VITA NELLA MORTE

Premessa

La natura, con il succedersi del suoi ritmi e dei suoi cicli, ci insegna costantemente che ogni cosa accade quando il tempo è maturo. Mai un secondo prima o uno dopo. E in questa saggezza, tutto è perfetto così com’è, nell’impermanenza di un istante.

Sappiamo che ci vogliono nove mesi di gestazione perché un bambino venga alla luce. Ora so che servono nove mesi di gestazione anche per rinascere alla Luce di una nuova consapevolezza.

È stato questo l’arco di tempo, nove mesi da novembre ad agosto, in cui la vita mi ha accompagnato in tre successive esperienze che, nella loro momentanea tragicità, mi hanno permesso di aprirmi alla piena consapevolezza dell’essere, arrendendomi e inchinandomi alla Morte per poi abbracciarla e salutarla come un’amica. Dal dolore alla gratitudine. Dal lutto alla celebrazione.

Sapevo che, in questa fase di profonda trasformazione collettiva, saremmo stati chiamati a cambiare il nostro modo di vedere le cose su molti aspetti dell’esistenza, tra i quali la morte.

Ciò che non sapevo, però, è come sarebbe accaduto a me. Ora che tutto è compiuto, desidero raccontarvelo affinché possiate riceverne giovamento, conforto, ispirazione, speranza.

Introduzione

Come sappiamo non è dai libri che si apprendono le cose, ma dando spazio alla vita. Dalla sua voce provengono le parole più belle. Ma per ascoltarle dobbiamo fare silenzio. Silenzio nel corpo, nella mente, nel cuore.

È il silenzio della natura poco prima che il sole sorga, in quella terra di mezzo, tra la notte più buia e la luce squillante di un nuovo giorno. Un silenzio già gravido degli accordi di quell’allegro con brio, che contraddistingue la sinfonia degli uccelli del mattino.

È il silenzio dell’ultimo respiro, il momento della resa. Il dono massimo: la restituzione della vita alla vita. Dove vita e morte si fondono nello stesso istante, che è fine e, allo stesso tempo, inizio. Il miracolo della Vita. Il miracolo della Morte.

Frequentare questo silenzio ci nutre, ci consolida, genera in noi fiducia. Fiducia nell’essere e nella sua nudità.

Il silenzio è capace di metterci a nudo, completamente. Ci ricorda che siamo nati senza possedere nulla e quando moriremo l’unica cosa che potremo portare con noi saranno la profondità, la bellezza e l’intensità con cui siamo stati capaci di essere e di donare.

In questi nove mesi, la Morte mi ha donato la Vita.

La morte non più vissuta come un evento da rifiutare e da scacciare, ma come una maestra capace di insegnare l’intensità con cui dovremmo vivere e l’urgenza di amare.

La morte mi ha fatto aprire gli occhi sulla natura della vita. Fa cadere ogni illusione, porta verso la verità di questo istante, alla reale natura delle cose. Mi ricorda la necessità di vivere ogni momento nella sua unicità irripetibile.

La morte mi fa apprezzare l’esistenza per quella che è e dà una dimensione reale alle cose e alla nostra natura. Mi fa rendere conto di quali sono gli attaccamenti, i rancori, i dubbi, qual è il rapporto con me stessa e con gli altri.

C’è sempre un evento significativo nel corso della nostra vita, capace di farci trovare il nostro posto nel mondo. A me ne sono serviti tre.

Tre iniziazioni. Un risveglio.

Ho avuto bisogno di due morti improvvise ravvicinate e di una attesa, preceduta da tante altre piccole morti, per arrivare a questa nuova consapevolezza, che per me segna un punto di non ritorno.

Accettare con gioia il ciclo della vita, affidarmi alla vita con fiducia, felice di essere nata, di vivere e di morire. Ho smesso di considerare la morte come una nemica. Ho smesso di affrontarla con rassegnazione, passivamente, con dolore.

Ho compreso quanto è importante ricevere e dare l’autorizzazione a morire a se stessi e ai nostri cari, persone o animali. E quanto è importante celebrare questo momento con gioia e gratitudine. Gioendo per ciò che è stato, invece di rimpiangere per ciò che non sarà più.

Questa nuova consapevolezza, questa nuova luce che si è accesa dentro di me, risvegliandomi alla vita, è un dono e come tutti i doni la sua natura è di essere donata.

La luce si spegne se non si passa la fiamma, se non ci si fa corriere, vettore, luce, capace di illuminare e di ispirare, scaldare altre persone nel profondo.

Questo libro è un dono per me.

Questo libro è un dono per Voi.Novembre 2023 – Agosto 2024

Sommario

Premessa. 9

Introduzione. 1

All’improvviso. 5

Perché?. 8

Challenge. 10

Leya. 13

Dare sepoltura. 30

Quanto dura il dolore. 31

Pepe. 35

Il sogno. 37

La macchina. 37

Mio padre. 39

Il cuore della rosa. 39

Riprendere il viaggio. 41

Lughnasadh. 58

E il vecchio si addormentò sognando i leoni 61

Vuoto. 62

Festa del Raccolto. 65

Testimonianze dei presenti alla festa. 69

Alessandra e Stefano. 69

Daniela. 70

Ornella. 71

Cristina. 72

Fabrizio. 73

Iole. 74

Tiziano. 76

Monica. 77

Sandro. 78

Alcuni oggetti per il viaggio. 81

Non è un funerale. 87

L’olmo Arturo. 93

Epilogo. 95

Consigli 99

Ringraziamenti 101

Appendice. 105

Le fasi del processo di morte – libro tibetano dei morti 105

Prima fase. 108

Seconda fase. 109

Terza fase. 111

Quarta fase. 113

Quinta fase. 119

Sesta fase. 122

L’olmo. 123

Proprietà fitoterapiche. 126

Bab’Aziz di Nacer Khemir 129

La Preghiera dell’Alpino. 131

IRIS. 133